S. Giovanni Bosco

Patrono della Realtà locale SI della diocesi di La Spezia

La sua festa si celebra il 31 gennaio

La sua vita

Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una piccola frazione di Castelnuovo d’Asti. Ricevette dalla madre Margherita una solida educazione umana e cristiana e un grande esempio di vita, oltre che un prezioso aiuto nelle opere cui in futuro si sarebbe dedicato.  Dopo un sogno profetico, che gli fece capire come donare la sua vita, Giovanni volle imparare a fare il saltimbanco, il prestigiatore, il cantore, il giocoliere, per poter attirare a sé i suoi amici e tenerli lontani dal peccato: «Se stanno con me — diceva alla mamma — non parlano male».  Torino era a quel tempo una città che si stava ingrandendo: molta gente arrivava dalle campagne piemontesi. C’erano gravi problemi: pochissimi bambini andavano   a scuola, molte persone non sapevano né leggere né scrivere, molti non avevano un lavoro, e la povertà spingeva anche a rubare, a uccidere. Dedicò tutto il suo tempo libero, che spesso sottrasse al sonno, per scrivere e divulgare facili opuscoli per l’istruzione cristiana del popolo.  Don Bosco, diventato sacerdote a 26 anni, continuò a vivere in mezzo ai ragazzi. Con loro fondò “la società dell’allegria”, incominciò a radunarli la domenica, ora in una chiesa, ora in un prato, ora in una piazza per farli giocare e fare catechismo, finché riuscì a stabilirsi nel rione periferico di Valdocco e ad aprire il suo primo oratorio. Qui i ragazzi trovavano da mangiare e da dormire, studiavano o imparavano   un mestiere, soprattutto imparavano a volersi bene e ascoltavano il Vangelo di Gesù. Don Bosco era amato dai suoi “birichini” e “monelli”. Per loro sacrificò il poco denaro che possedeva, il suo tempo, il suo ingegno, la sua salute. Con loro si fece santo così come aiutò tanti a farsi santi. Il 29 ottobre 1854, per esempio, entrò all’oratorio Domenico Savio, che morì a 14 anni e fu proclamato santo nel 1954 da papa Pio XII. Per il bene dei ragazzi aprì tante scuole e fondò, insieme ad altri preti e a giovani cristiani, la famiglia salesiana, come lui volle chiamarla dal nome di san Francesco di Sales, che egli scelse come modello di vita, perché nei suoi insegnamenti propone un cammino di santità adatto a tutti. Ormai vicino alla morte, una delle sue raccomandazioni fu questa: “Dite ai giovani che li aspetto in Paradiso”.  E in Paradiso, don Bosco entrò all’alba del 31 gennaio 1888, dalla sua povera cameretta di Valdocco, all’età di 72 anni.   Il 1° aprile 1934, Papa Pio XI lo proclamò Santo.

 

Si racconta

A 9 anni Giovanni fece un sogno profetico: gli parve di essere in mezzo a un gruppo di bambini intenti a giocare; alcuni, però, bestemmiavano. Subito si gettò sui bestemmiatori con pugni e calci per farli tacere; ma ecco farsi avanti un personaggio che gli disse: «Non con le botte, ma con la bontà e l’amore dovrai guadagnare questi tuoi amici. Io ti darò la Maestra sotto la cui guida puoi diventare

saggio». Il personaggio era Gesù e la Maestra era Maria, alla cui guida Giovanni Bosco si affidò per tutta la vita.

(Anna Maria Gellini I SANTI AMICI VERI  EDB, 2015 pp.54-55)

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