San Gabriele dell’Addolorata

nativo di Assisi è Patrono della nascente realtà locale SI di Mussolente (VI) in diocesi di Treviso.

La festa liturgica di san Gabriele dell’Addolorata si celebra il 27 febbraio.

 

Molti SI esprimono una profonda devozione verso il santo religioso passionista che apparendo, a partire dal febbraio 1899, alla giovane Gemma Galgani, gravemente ammalata in quel periodo del morbo di Pott o tabe spinale, intercederà per lei il dono di una prodigiosa guarigione che per questo farà annoverare Gemma Galgani fra i santi della Congregazione Passionista di san Paolo della Croce.

 

Francesco Possenti nacque ad Assisi il 1 marzo 1838 da una nobile famiglia.

Il padre Sante Possenti era il Governatore Pontificio di Assisi. Dai genitori ricevette quell’educazione cristiana che fu poi il germe della sua vocazione allo stato religioso. Fu battezzato allo stesso fonte battesimale in cui furono battezzati S. Francesco e S. Chiara. Quando il piccolo Francesco aveva circa quattro anni morì la mamma Adele Frisciotti. In quell’epoca il papà Sante Possenti fu nominato Governatore di Spoleto dove si trasferì a vivere con la famiglia.

Studiò fino a 17 anni poi si ritirò in religione. Scelse la regola dei Padri Passionisti, fondati da San Paolo della Croce, per poter consolare col suo delicatissimo cuore i dolori della passione di Gesù Cristo e della Vergine Addolorata.

Non più quindi vanità, non più ricercatezze, ma il rozzo saio passionista fu la sua ambizione.
Compiuto il noviziato prese il nome di Gabriele dell’Addolorata, volendo significare con questo la particolare

Devozione che nutriva verso la Madre dei dolori.

Condusse una vita umile e silenziosa; non operò miracoli. La preghiera e la mortificazione, l’ubbidienza perfetta all’orario, lo studio, la meditazione, l’esame di coscienza, l’umiltà, erano il suo impegno quotidiano. A tutto questo, ch’è comune ad ogni religioso, egli aggiungeva una singolarissima devozione alla SS. Vergine.  Gabriele s’era composto una specie d’inno che chiamava simbolo di Maria e che portava con gran cura appeso al collo. Consisteva in una lunga serie di articoli che esprimevano la fede, la devozione, l’amore e la tenerezza verso le grandezze di Maria SS.  Per mostrare quanto teneramente amasse la Vergine, aveva concepito l’idea di stamparsi sul petto con caratteri di fuoco il santissimo nome di Maria. Questo non gli fu permesso e dovette accontentarsi di portarlo scolpito nel suo cuore. Conservò l’innocenza e la sua santa morte avvenne il 27 febbraio 1862, contando appena 24 anni di età.

Benedetto XV ha canonizzato Gabriele nel 1920 e Pio XI lo ha dichiarato patrono della gioventù cattolica. Nel 1959Giovanni XXIII lo ha dichiarato patrono dell’Abruzzo, dove passò gli ultimi tre anni della sua vita.

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