Beato Carlo Acutis

Patrono dei giovani del Movimento dei SI

La sua festa si celebra il 12 ottobre

Già dichiarato venerabile nel luglio 2018 da papa Francesco, che nell’esortazione apostolica Christus vivit lo ha proposto ai giovani come modello di santità dell’era digitale, Acutis è proclamato beato dopo che la Congregazione delle cause dei Santi ha esaminato un suo miracolo, avvenuto nell’ottobre 2010 nella chiesa di San Sebastiano a Campo Grande, in Brasile: la guarigione, inspiegabile clinicamente, di un bambino con una grave anomalia al pancreas. Il 10 ottobre 2020, nella Basilica superiore di San Francesco in Assisi, il card. Vallini ha presieduto la concelebrazione per la beatificazione, alla quale hanno partecipato oltre tremila persone.  «Carlo ha avuto una missione, specialmente per i giovani, per i suoi coetanei di questo tempo così entusiasmante e, insieme, così disorientato. Un tempo dove si sperimentano cose meravigliose attraverso una tecnologia che unisce il mondo da un capo all’altro, ma che tante volte si fa tumulto di informazioni e messaggi contraddittori, nei quali è così difficile ritrovare la bussola della verità e dell’amore»[1].   Sul web è ancora presente[2] la mostra virtuale progettata e realizzata da Carlo a 14 anni: sta facendo il giro del mondo e testimonia come  per questo giovane l’Eucaristia sia stata importante, da lui stesso definita “autostrada per il cielo”. Dopo la sua prima Comunione, ricevuta a soli 7 anni nel monastero delle Romite di S. Ambrogio ad Nemus, Carlo sempre di più alimenta una grande devozione al SS. Sacramento. Ha pure molta attenzione verso il prossimo, «soprattutto verso i poveri, gli anziani soli e abbandonati, i senza tetto, i disabili e le persone che la società emarginava e nascondeva. Non mancava di aiutare i compagni di classe, in particolare quelli che erano più in difficoltà».[3]

La sua breve vita

Carlo Acutis nasce il 3 maggio 1991 a Londra, dove i genitori Andrea e Antonia Salzano, si trovavano temporaneamente per motivi di lavoro. La famiglia si trasferisce pochi mesi dopo a Milano dove Carlo frequenta le scuole elementari e medie presso le Suore Marcelline, poi passa al Liceo Classico Leone XIII retto dai Padri Gesuiti. Degli anni trascorsi al liceo, ci sono testimonianze di insegnanti e compagni di classe[4].  «Carlo non ha mai celato la sua scelta di fede e anche in colloqui e incontri-scontri verbali con i compagni di classe si è posto rispettoso delle posizioni altrui ma senza rinunciare alla   chiarezza di dire e testimoniare   i principi ispiratori   della sua vita cristiana».     «Ascoltando i suoi compagni   di classe, i tratti che maggiormente   hanno colpito e sono entrati nel ricordo e nel vissuto dei ragazzi sono: l’allegria, la vivacità, la generosità, l’amicizia, la capacità di autodisciplina».   Carlo si trova anche con i ragazzi del catechismo, con i poveri alla mensa Caritas, con i bambini dell’oratorio.   L’unica grande differenza dai suoi coetanei è che fin dai 7 anni decide di mettere al centro della sua giornata l’incontro con Gesù Eucarestia partecipando alla Messa e facendo l’adorazione sempre prima o dopo la celebrazione.  Vive l’Eucarestia quotidiana come esigenza irrinunciabile.  Si confessa ogni settimana. E sempre dal rapporto con l’Eucarestia e dalla sua adorazione, prende la forza per difendere la fede anche quando gli causa problemi. Un suo professore del liceo ricorda quando Carlo fu l’unico a parlare contro l’aborto mentre tutti i suoi compagni di classe tacciono. Il giovane poi mette in guardia i ragazzi dalle tentazioni distruttive del mondo e invita le sue amiche a non banalizzare il proprio corpo, perché bello e sacro. Tutto questo gli crea anche incomprensioni e derisione da parte di alcuni coetanei. Ma l’incomprensione non lo spaventa mai, non gli importa di omologarsi: «Tutti nascono come degli originali – dice – ma molti muoiono come fotocopie». E per essere fedele a Gesù è pronto anche a sfidare la maggioranza che – afferma – «ha ragione solo quando è nella Verità, mai perché è maggioranza».

Nel suo breve e precoce cammino di fede ha per modelli i Pastorelli di Fatima, S. Domenico Savio e S. Luigi Gonzaga, e S. Tarcisio martire per l’Eucaristia. Il sostegno della sua fede insieme a Gesù, è la Madonna, per la quale prega ogni giorno il Rosario, affascinato dalle sue apparizioni a Lourdes e a Fatima e ne vive il messaggio di conversione, penitenza e preghiera. Carlo è determinato nella volontà di donarsi a Dio e di servire i fratelli, con un unico obiettivo: tendere alla santità, essere santo! Prega la Madonna che lo mantenga nella purezza. Con gli amici e con le persone che incontra parla spesso di Gesù, della Madonna, dei Novissimi (morte, giudizio di Dio, inferno, paradiso) e del rischio di potersi perdere con il peccato mortale. Cerca di aiutare soprattutto quelli che vivono lontani da Gesù, nell’indifferenza per Lui.

Poi, improvvisa arriva una grave forma di leucemia, incurabile, che Carlo accoglie, offrendo la sua vita per il Papa e per la Chiesa.

Muore il 12 ottobre 2006; viene sepolto nel cimitero di Assisi, la città nella quale andava ogni anno volentieri per ritemprare lo spirito, anche se Carlo aveva apprezzato in modo particolare il messaggio di S. Francesco recandosi più volte a La Verna.

Nel gennaio 2019 i suoi resti mortali sono stati riesumati, per essere traslati, il 6 aprile dello stesso anno, nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione di S. Francesco d’Assisi.

La memoria liturgica del beato Carlo Acutis sarà celebrata ogni anno il 12 ottobre, giorno della sua morte.

( Anna Maria Gellini  TESTIMONI  CED-EDB, 11/2020 p.20-21)


[1] Mons. Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera Umbra- Gualdo Tadino all’apertura al pubblico dell’urna del beato Carlo Acutis 1° ottobre 2020

[2]www.miracolieucaristici.org

[3] Dall’Omelia del card. Vallini durante la beatificazione nella Basilica superiore di S. Francesco in Assisi, 10 ottobre 2020

[4] Nicola Gori Eucaristia la mia autostrada per il cielo Biografia di Carlo Acutis, San Paolo, Milano 2007

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